Mi sono sempre chiesto se possa bastare il "curriculum vitae scientifico" per conoscere "realmente" un medico.
Forse si, specie nell'ambito della medicina scolastica, altrimenti definita anche convenzionale.
Io credo, però, che chi professa un tipo di medicina più "umanistica", come quella biologica integrata, possa anche decidere di presentarsi in un modo più globale.
Sono nato l’8 febbraio 1957, lo stesso giorno e mese di tanti personaggi (James Dean, Jules Verne, Thomas Edison, Charles Darwin) diventati famosi per aver precorso un pò i tempi.
Anch'io non smentisco quanto si dice sul conto del segno dell'Acquario, e riconosco in me la caratteristica di interessarmi di cose innovative.
Il paese in cui sono nato è in provincia di Caserta, in piena “Campania Felix”, la pianura chiamata così fin dall’antichità per la sua grande fertilità.
Mio padre Francesco era medico e si sposò molto tardi con mia madre Anna, di oltre 22 anni più giovane; quando nacqui io, primo di 4 maschi, papà aveva già 55 anni.
Mio padre non era solo un medico di famiglia, ma anche specialista in dermatologia e malattie veneree, nonchè in ostetricia e ginecologia, anche se nel mio caso preferì affidare il parto alla sua ostetrica di fiducia, che al paese chiamavano tutti "la levatrice" (nella foto è la signora vestita di bianco).
Io lo conobbi, dunque, già anziano, ma tante persone, nel paese, mi raccontavano spesso vari aneddoti sulla sua persona,
Nel dopoguerra e negli anni ’50, dalle nostre parti, le famiglie povere erano molte, anzi alcune erano proprio in miseria.
Proprio a proposito di partorienti, una delle cose che mi hanno raccontato tante volte su mio padre era il fatto di non farsi mai pagare quando la famiglia era povera.
Al contrario, specialmente se la puerpera non poteva allattare al seno, era solito lasciarle del danaro sul comodino, per poter comprare un pò di latte.
Non ho fatto in tempo a godermelo come avrei voluto perchè negli ultimi anni l'arteriosclerosi ne aveva minato l'integrità, ma credo che da giovane sia stato davvero una brava persona e tutti i compaesani gli volevano bene: lo dimostra anche il fatto che quando gli americani arrivarono nel nostro piccolo paese, completamente distrutto dalle bombe, c'era necessità di avere un sindaco, e mio padre fu eletto per alzata di mano dai cittadini nella piazza principale. Una cosa molto insolita, ma significativa.
Gli abitanti di Pignataro Maggiore (allora 6500 abitanti) erano per lui non solo pazienti, ma soprattutto amici.