Casi clinici aggiornati al novembre 2013

Qui di seguito sono descritti vari casi clinici relativamente recenti, riguardanti le più svariate patologie.

A differenza della tiroide, che ci consente di monitorare l’andamento della cura con le analisi del sangue, molte altre guarigioni possono essere solo descritte. Pensiamo, ad esempio, al mal di testa, all’artrosi, alle allergie, all’asma, ala sindrome chimica multipla, all’ipertensione, e a tante altre malattie. Perciò, abbiamo cercato di descrivere questi casi clinici nel modo più capillare possibile, anche nei casi in cui non esisteva il riscontro delle analisi.
Come sempre, i casi clinici hanno lo scopo di dimostrare le grandi potenzialità della Medicina Biologica, mettendo il paziente nelle condizioni di non essere più solo un “oggetto” di cure, ma un “soggetto” che diventa parte attiva della sua guarigione. Nello stesso tempo, egli diventa responsabile in prima persona anche del mantenimento nel tempo dello stato di Ben Essere raggiunto.

Caso di gravissimo ipotiroidismo

Ragazzo nato nel 1981, viene a studio il 19 settembre 2011 portando in dote uno dei casi più difficili possibili di ipotiroidismo. Chi ha a che fare con questa malattia lo potrà capire facilmente. Il 20 giugno 2011 il ragazzo effettua delle analisi che evidenziano un ipotiroidismo spaventoso: TSH a 100,00 (valori normali da 0,27 a 4,20), FT4 a 1,3 (valori normali da 7,1 a 18,5), infine FT3 a 0,8 (valori normali da 2,57 a 4,43). Come se non bastasse, l’ecografia del 22 giugno 2011 evidenziava 3 noduli, uno di 15x14x9 mm, uno di 12x12x8 mm e un ultimo di 6 mm. Per tutto questo grave quadro clinico viene subito messo in “cura” con 125 mcg di ormone tiroideo. Spiegandogli che era comunque inevitabile che un endocrinologo desse subito quella dose, gli promettemmo di fare tutto il possibile per la sua tiroide. Pubblichiamo il caso clinico alla fine del 2013 dicendo innanzitutto di aver scalato l’ormone fino a 62,5, cioè mezza pasticca da 125, poi di aver visto sensibilmente scendere il TSH, toccando persino un bellissimo valore di 1.90 il 23 gennaio 2013, ma soprattutto dicendo che nell’ultima visita dell’8 ottobre 2013 il ragazzo ci porta in visione la nuova ecografia fatta il 20 settembre 2013 dalla solita dottoressa ecografista, dove si legge testualmente: “…..il nodulo iperecogeno noto a destra è ridotto di volume (6.5 mm), mentre quello di sinistra non è più rilevabile

Bimbo con dermatomiosite, astenia ingravescente, difficoltà alla deambulazione, ecc.

Bimbo di 3 anni e mezzo, viene a studio il 18 luglio 2013 con una diagnosi incerta, ma tutto il quadro clinico sembrava risalire all’anno precedente, esattamente al luglio 2012, quando era stato punto da una zecca, con successivo ricovero al pronto soccorso, dove avevano rimosso il parassita. Nel mese di settembre 2012 inizia l’asilo, ma lamenta un forte stato di nervosismo, una grande stanchezza e dolori muscolari alle gambe. In seguito, comparsa di eritema a farfalla sul viso. Nei mesi di febbraio/marzo 2013 il bimbo inizia a deambulare come una marionetta, ed inoltre non riesce a stare seduto, quindi è obbligato a stare o in piedi o sdraiato, per cui viene ricoverato all’ospedale pediatrico del Bambino Gesù, con diagnosi di accettazione di “sospetta dermatomiosite”. Nella cartella clinica del 16 luglio 2013 si legge testualmente nell’anamnesi: “…astenia ingravescente e difficoltà alla deambulazione…. a febbraio comparsa di rash al volto, naso e guance, poi intorno agli occhi… negli ultimi giorni prima del ricovero peggioramento dell’astenia con difficoltà a camminare…”. All’esame obiettivo risultava: “….eritema al volto e colorazione lilla delle palpebre… lesioni papulose atrofiche… marcato difetto di forza muscolare con impossibilità ad assumere la stazione eretta da seduto… in stazione eretta cammina con difficoltà a base allargata in iperlordosi lombare… marcato difetto della muscolatura dei cingoli… non solleva il capo dal piano orizzontale…”. I genitori del bimbo, nonostante il parere contrario espresso dai sanitari, chiedono la dimissione dall’ospedale poiché non erano convinti delle terapie prospettate, e 2 giorni dopo vengono in prima visita presso il nostro centro, dicendosi anche preoccupati per la possibile interferenza …  Spieghiamo il tipo di cura cui avremmo sottoposto il bimbo, e i genitori si mostrano molto propensi a questa soluzione più “biologica”. Rivediamo il bimbo il 17 settembre 2013, con un intestino molto più regolare, miglioramento della stanchezza e dei dolori muscolari, nonché dell’eritema, dei capillari e del sonno. Il 31 ottobre, data dell’ultimo contatto prima della pubblicazione del caso clinico, le cose erano ulteriormente migliorate, con il bambino che ormai camminava da solo, e la cui energia era del tutto ritrovata.

Sindrome chimica multipla  e cefalea cronica

Soggetto maschio del 1965, viene in prima visita il 3 febbraio 2011 con la diagnosi di Sindrome Chimica Multipla (MCS) e cefalea cronica. I sintomi dell’MCS erano iniziati già nel 1995, durante il servizio militare, con problemi respiratori e intolleranza a gas di scarico, vernici, ecc. Successivamente, le cose erano molto peggiorate, fino al punto che non poteva più neanche uscire di casa. Si era sottoposto anche ad una visita specialistica presso il Policlinico Umberto I di Roma, con tutta una serie di esami, da cui era derivata la diagnosi “ufficiale” di MCS. Gli erano stati prescritti anche tutta una serie di integratori, e precisamente: DHA ed ENNE 3 della Nutragenika, Prefolic, acetil cisteina, TAD 600, Calcio, Magnesio, Zinco e Cobalto oxiprolinati, ma senza riceverne alcun beneficio, anzi sentendosi peggio. In prima visita gli ribadiamo quello che sosteniamo da tempo, e cioè che gli integratori non servono in questa malattia, anzi accade spesso che facciano più bene che male. In questa malattia NON bisogna aggiungere ulteriori sostanze all’organismo, che oltretutto sono sempre e comunque “estranee ad un sistema che NON TOLLERA PIU’ QUASI NULLA”, e per questo possono rivelarsi un ulteriore aggravio. Per curare bene l’MCS è necessario ben altro, a cominciare dall’affidabilità del paziente nel seguire le linee guida che gli vengono date, e che sono SEMPRE assolutamente personali, e mai protocolli uguali per tutti. Nel sito www.broussais.it se ne parla in modo più approfondito. Ad ogni modo, dopo la prima visita, il paziente viene messo in cura tenendo conto di tutti gli squilibri energetici, metabolici e costituzionali. Torna in visita di controllo il 28 luglio 2011, dicendoci testualmente “rispetto a prima che non potevo uscire di casa, oggi sto molto meglio”. Ci dice che è migliorata anche la cefalea, pur restando presente un po’ a livello sovraorbitale. Era decisamente molto soddisfatto.

Psoriasi

Signora di 70 anni, viene in visita il 28 giugno 2012 per una grave forma di psoriasi palmo-plantare, con fissurazioni sanguinanti. Si era convinta a curarsi con la Medicina Biologica alcuni giorni prima, dopo aver visto gli splendidi risultati ottenuti dalla figlia che aveva fatto un digiuno di 2 settimane. Per questo, aveva deciso di prenotare la settimana di digiuno che sarebbe iniziato il 30 giugno. Visto che c’era, aveva deciso di effettuare anche il check-up funzionale. Il 7 luglio, alla fine della settimana di digiuno di gruppo, la psoriasi era praticamente scomparsa, con sua immensa soddisfazione.

Malattia autoimmune (connettivopatia)

Signora del 1945, viene in prima visita il 29 settembre 2010 con la diagnosi di “connettivopatia” con probabile “Sindrome di Torgen”. Ci racconta i suoi sintomi, con dolori muscolari, sbandamenti, a volte con vomito, sudorazioni, ecc. Tutto era iniziato dopo uno scippo subito del 2007. Alle analisi aveva molti valori sballati, tipo i globuli bianchi a 2440, l’inversione della formula tra neutrofili (solo 24%) e linfociti (62%), la fosfatasi alcalina altissima a 671 (v.n. da 70 a 360), gli anticorpi antinucleo positivi a 1/640 e altro. Assumeva da ben 3 anni una pastiglia al giorno di un farmaco immunosoppressore (plaquenil). Nella visita medica del 17 febbraio 2011, il plaquenil era stato già eliminato, la paziente si sentiva meglio e ci dice testualmente: “Erano 3 anni che stavo male, proprio male … Non avevo energia … Non posso ricordarlo … Da quasi subito mi sono sentita meglio …  Poi non ho sentito più freddo. Gli anni addietro bastava un minimo sbalzo di temperatura per farmi ammalare…”.

Reflusso gastro-esofageo, ernia iatale, tachicardia, extrasistole e aumento delle transaminasi e delle gammaGT

Soggetto maschio del 1965, viene in prima visita il 16 marzo 2010, scrivendo di suo pugno in cartella clinica di soffrire di “ernia iatale (valvole aperte), reflusso gastro-esofageo, extrasistole e tachicardia. In più, disturbi al fegato: valori elevati degli enzimi epatici, cioè delle transaminasi e della gamma GT”. Assumeva 3 farmaci per tutto questo. Il check-up funzionale evidenzia diversi squilibri energetici e metabolici. Gli diciamo come comportarsi e lo rivediamo nel mese di giugno, quando ci dice di stare meglio e di non avere più la tachicardia. In più, gli enzimi epatici si erano normalizzati. Lo rivediamo il 4 novembre 2010 e ci dice testualmente: “in questi 5 mesi sono stato molto bene rispetto al passato. In questo periodo neanche ricordavo di aver avuto problemi. Sono sparite anche le extrasistole legate allo stomaco”.

Dermatite atopica e allergia

“Ragazza nata nel 1971, viene a studio il 22 agosto 2012 con una diagnosi di dermatite atopica e costituzione allergica (nel compilare la cartella clinica scrive di suo pugno “da 40 anni”, cioè da sempre). I sintomi di quel periodo erano ulcerazioni ai piedi e un’orticaria che si protraeva da 2-3 mesi. Inoltre riferisce di avere “chiazze atopiche” sulla pelle; chissà se tanti pazienti che hanno la diagnosi di “dermatite atopica” sanno con esattezza di cosa si sta parlando; infatti, a volte i termini medici sembrano altisonanti, ma in realtà dicono veramente poco, come in questo caso, in cui “atopico” viene dal greco, con l’alfa privativo e “topos”, che significa luogo. Perciò, dermatite atopica significa avere chiazze un po’ dappertutto, senza un posto preciso.
Altri esempi di diagnosi altisonanti ma che alla fine non dicono granchè sono “ipertensione essenziale”, “artrite idiopatica giovanile”, “cefalea vasomotoria” e 1000 altre. Tornando al caso clinico in questione, la “ragazza” assume vada 2-3 mesi cortisone, sia per uso interno, sia localmente, e l’aveva sospeso il mercoledi precedente alla prima visita, che evidenzia importanti squilibri metabolici ed energetici. Messa in cura con il Metodo Broussais, torna in visita di controllo il 5 novembre 2012 dicendoci che le chiazze erano sparite subito, e che nel giro di 15 giorni erano cadute anche le croste. Ci racconta anche di un viaggio a Barcellona, durante il quale si era lasciata un po’ andare ed aveva avuto una piccola recrudescenza dei sintomi, subito rientrati con una settimana di attenzione. Ci racconta testualmente che “anche i sintomi legati al fegato sono scomparsi”, per cui si era sgonfiata, era riuscita ad non andare più a letto tardi e di non essersi sentita più irritabile come nel passato.

Sindrome Chimica Multipla (MCS)

Ragazza del 1982, viene a studio il 23 settembre 2010, scrivendo di suo pugno di avere “intolleranze alimentari e ambientali”, con sintomi tipo naso chiuso o con muco, e di non sopportare il taglio dell’erba, i profumi dolci e l’odore del fondo tinta, accusando nausea, vertigini e giramenti di testa. Inoltre, avvertiva sulla pelle un forte prurito con orticaria. Già nella visita di controllo del gennaio 2011 ci riferisce che i problemi di pelle erano scomparsi e che sopportava molto meglio i profumi, eccetto il fondotinta. Nella visita di controllo di aprile i miglioramenti sono ancora più evidenti e ad ottobre ci dice di non aver più problemi neanche con il fondotinta e di non aver più dovuto cambiare il vagone del treno o scendere dall’autobus, come spesso le accadeva in passato.

Colite cronica indeterminata e nefrite interstiziale da farmaco

Ragazzo del 1978, viene a studio medico il 10 febbraio 2011 con la diagnosi di “colite cronica indeterminata”, iniziata un paio d’anni prima. Tutto era iniziato nel novembre 2008, quando aveva avuto un periodo molto stressante, culminato con la perdita del lavoro nella primavera 2009, con un futuro molto incerto. Nel mese di maggio decide di fare un viaggio di 2 mesi a Cuba. Al ritorno dal viaggio inizia una diarrea, trattata con antibiotici, probiotici e antispastici, ma senza risultati, per cui è costretto ad assumere anche la mesalazina, che prenderà fino al febbraio 2011 in dosi massiccie (arrivando a ben 4800 mg al giorno), costretto a sospenderà in via cautelativa per insufficienza renale (diagnosi di “nefrite interstiziale cronica, con creatininemia tra 1.7 ed 1.9).
Nel contempo assume anche del cortisone (budesonide, deltacortene, solumedrol) a partire da giugno 2010 fino a settembre, e poi ancora all’inizio del 2011, fino a 37.5 mg e ben 3 boli cortisonici da 250 mg tra il 25 gennaio ed il 6 febbraio, in seguito ad una forte riacutizzazione della malattia in seguito ad un viaggio in Thailandia.
Nella relazione clinica di dimissione dall’ospedale, avvenuta il 5 febbraio 2011, 5 giorni prima della prima visita nel nostro centro medico, si legge: “colite acuta severa e sospetta nefrite interstiziale da farmaco”. Inoltre si legge anche che nel mese di giugno 2010 il ragazzo aveva aderito ad un protocollo sperimentale con Rifamixina, che però era stato sospeso per sopravvenuti effetti collaterali, e precisamente artralgie diffuse, contratture muscolari, tendinite alla caviglia destra, febbricola, ed anche aumento del numero di scariche, che avevano costretto i medici ad aumentare la mesalazina fino ai predetti 4800 mg, oltre che aggiungere il cortisone.
Tornando alla prima visita del 10 febbraio 2011, lo troviamo con una serie di squilibri, sia energetici che metabolici. Gli diciamo come comportarsi e lo preghiamo di scalare il cortisone seguendo la cronologia prevista dai medici dell’ospedale. Il cortisone viene eliminato il 9 aprile 2011, e lo rivediamo in visita di controllo nel mese di maggio, quando ci dice di “avere le feci solide da mesi” e molta più forza fisica. Inoltre, la creatinina era rientrata nel range della normalità, senza più sangue e proteine nelle orine.
Torna a novembre 2011, e continuava a star bene, dicendoci “c’è stabilità”; al tempo assumeva solo fermenti lattici.
Nell’ultima visita di controllo, effettuata quasi un anno dopo, il 12 ottobre 2012, il check-up funzionale evidenziava ancora uno squilibrio metabolico, a causa del quale il paziente ci dice di aver alternato al benessere anche qualche periodo di feci non formate e con un po’ di muco, oppure lievi tracce di sangue, ma quando le feci erano molto consistenti e dure (dunque problemi meccanici).
Anche se questi lievi fastidi non creavano nessun problema, abbiamo invitato il paziente a seguire i nostri consigli con la dovuta attenzione, visto che aveva un pochino mollato, per tornare a star bene al 100%.

Morbo di Crohn

Ragazzo nato a Pisa nel 1989, viene i prima visita l'11 gennaio 2012 con una diagnosi di Morbo di Crohn. La malattia era comparsa nel febbraio 2011, con dolore addominale, febbre a 40° e diarrea. C'è da dire che anche nel 2010 aveva avuto episodi di sangue nelle feci, ma l'esito delle varie analisi e dei vari esami era risultato negativo. Dopo l'episodio del gennaio 2011 si sono verificati ulteriori episodi febbrili, fino alla necessità di un ricovero nell'aprile 2011, con sintomi che facevano sospettare il Morbo di Crohn, specie forti dolori all'addome. In quel frangente è stato trattato con il cortisone. A luglio viene confermata la diagnosi di Morbo di Crohn, e la cura continua ad essere a base di cortisone, antibiotici e anti-infiammatori. Nel mese di settembre si ripresenta anche la febbre, e la comparsa delle afte nel cavo orale lo costringono alla gastroscopia.
Come non bastasse, per colpa delle assenze al lavoro, il ragazzo viene anche licenziato.
Costretto a scalare il cortisone perchè lo assumeva già da tempo, lo elimina definitivamente ad ottobre. Però, dopo neanche una settimana, il giovane paziente riavverte di nuovo tutti gli stessi sintomi, per cui è costretto a riprendere il cortisone. Da notare che nei momenti di acuzie gli sono stati somministrati ben 50 milligrammi endovena! Al momento della prima visita ne assumeva ancora 3 milligrammi al giorno, che però decidiamo di fargli eliminare nei giorni successivi, seguendo però i nostri consigli terapeutici. La visita di controllo viene effettuata l'11 aprile 2012, ed il ragazzo ci racconta di aver avuto un solo episodio di dolore addominale verso il 20-25 gennaio, subito dopo aver sospeso il cortisone. Per il grande malessere, decide di riprendere subito 6 milligrammi di cortisone, salvo eliminarlo di colpo dopo pochi giorni, quindi a fine gennaio, inizi febbraio. Stavolta non c'è stato l'effetto peggiorativo post cortisone e da allora, seguendo i nostri consigli terapeutici, è stato sempre bene, al punto di ammettere anche di non averli seguiti al 100%, proprio perchè ormai stava bene…

Amenorrea, bruciori di stomaco e sovrappeso

Ragazza del 1987, di professione estetista, viene in prima visita il 6 dicembre 2010, dicendoci che i suoi 3 problemi erano la mancanza del ciclo mestruale “da sempre”, il bruciore di stomaco “da sempre” e, infine, il sovrappeso (64 chili). Precisa che la mancanza di ciclo andava avanti da quando aveva 16 anni, e per questo era stata costretta a prendere la pillola per tanti anni, fino a pochi mesi prima. Messa in cura con la Medicina Biologica e anche con la Dieta Metabolica, dal 10 gennaio 2011, torna a fare le visite di controllo nel mese di ottobre 2011 e nel mese di marzo 2012, con il ciclo mestruale tornato regolare e senza più bruciori di stomaco, che si riaffacciavano solo in occasione di forti stress o quando mangiava velocemente (cosa che sembra essere, tra l’altro, una caratteristica delle estetiste…). Anche il peso era andato benissimo, passando dai 64 chili del mese di gennaio 2011 ai 56.600 kg del marzo 2012 (pesatasi oltretutto vestita). Torna in visita l’ultima volta prima della pubblicazione del caso clinico, il 27 giugno 2012, ribadendo che ciclo mestruale e bruciore di stomaco continuavano ad andare bene, ed anche il peso era ulteriormente sceso a 55 chili esatti. E pensare che dopo aver sospeso la pillola, la ginecologa le aveva detto che l’unico modo per riavere il ciclo sarebbe stato quello di riprenderla per altri lunghi anni…

Rettocolite ulcerosa

Ragazza del 1989, viene a studio il 5 aprile 2012, scrivendo di suo pugno di soffrire di “MICI”, cioè di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino, con perdite di sangue, diagnosticata nel settembre 2011. Aveva deciso di non prendere farmaci convenzionali e, per questo, era venuta nel nostro centro medico. La colonscopia parlava di “mucosa del cieco e del colon destro iperemica, edematosa e facilmente sanguinante al passaggio dello strumento, con lesioni eritematose, e con la quasi completa scomparsa del normale pattern vascolare. Messa in cura con la medicina biologica, torna alla visita di controllo esattamente 6 mesi dopo, il 5 ottobre 2012, dicendoci testualmente: “ero guarita perfettamente; andavo in bagno tutti i giorni, regolarmente, con feci formate e senza perdita di sangue”. Poi, nell’ultimo mese, reintroducendo certi cibi, ho riavuto 2-3 perdite di sangue”. Poco male, perché adesso la paziente sa come recuperare in poco tempo la perfetta salute.

Rettocolite ulcerosa, cefalea e facili influenze invernali

Paziente donna, nata nel 1960, era già guarita da una grave forma di rettocolite ulcerosa nel 2006, e l’avevamo visitata per l’ultima volta nel 2007, e stava benissimo. La rivediamo di nuovo nel mese di giugno 2011, poiché si era ripresentata la retto colite, con “pancia gonfia e dolente, feci liquide più volte al giorno, fino a 10 volte, più molto muco e qualche volta sangue, anche se non come nel 2006”: queste le parole testuali della paziente nel descrivere la sua condizione. Nel 2006 aveva dovuto ricorrere ai soliti farmaci, cortisone compreso, senza però riuscire a guarire, tanto è vero che era stata “costretta” a rivolgersi a noi. Per questo, nel 2011, riaffacciatasi la rettocolite dopo 5 anni, era subito tornata nel nostro centro medico. Nel corso della visita riscontriamo un paio di squilibri da correggere, e le proponiamo immediatamente poche sedute di Biospectrum. Grazie a questo, in pochi giorni la sintomatologia rientra completamente, permettendole anche di andare persino in Cina, dove è stata benissimo, senza andare praticamente mai in bagno. Nella visita di controllo dell’ottobre 2011 ci conferma di andare in bagno una sola volta al giorno, raramente 2, con feci normali e formate, e di avere raramente la pancia gonfia solo in caso di abuso alimentare. La rivediamo nel mese di marzo 2012, e ci dice che “l’intestino bene, eccetto l’aria, ma soprattutto che l’inverno, al contrario degli altri anni, era andato benissimo, con solo 3 raffreddori, ma senza nessuna influenza, e poi che dal mese di luglio 2011 non aveva mai più preso Moment per il mal di testa”. Per chi non è esperto di medicina funzionale sembrano 3 sintomi scollegati l’uno dall’altro, mentre invece derivavano tutti da quel paio squilibri energetici-funzionali-metabolici che avevamo rilevato nella visita di giugno 2011: eliminati questi, risolti tutti i problemi della paziente.

Cefalea, dispepsia, forte astenia e ipotiroidismo

Donna nata nel 1965, viene in prima visita il 1° dicembre 2011 con una diagnosi di ipotiroidismo, forte e frequente mal di testa ed una stanchezza estrema, al punto di affermare di mettersi spesso a piangere al mattino per quanto si sentiva stanca. Riguardo alla tiroide, le ultime analisi, eseguite il 12 settembre 2011, evidenziava un TSH di 8.45 (per valori normali fino a 4.20). Un altro sintomo era la dispepsia, cioè disturbi all’apparato digerente e cattiva digestione, per cui assumeva il Valpinax. Messa in cura con il Metodo Broussais, torna in visita di controllo il 10 maggio 2012, affermando di non aver più avuto il mal di testa fin dalla prima visita, di essere stata molto meno freddolosa, di sentirsi molto meglio e di digerire benissimo, ricordando che “ero ridotta che non mangiavo più…”. Inoltre, ci dice di non essersi mai ammalata durante l’inverno: né raffreddori, né faringiti, né febbri, come capitava in passato. Infine, anche il TSH era normalizzato, passando da 8.45 a 3.73.

Ipertiroidismo, allergia, asma e altro…

Ragazza del 1976, viene in prima visita il 5 agosto 2009, con una diagnosi di ipertiroidismo (TSH a 0.34, per valori normali sopra 0.49 ed anticorpi molto elevati). Inoltre, era ammalata da molti anni di allergia e asma, per le quali assumeva anti-istaminici e cortisone. Infine, aveva da anni una febbricola costante, tutti i giorni. Messasi in cura, è subito sparita la febbricola e le si è regolarizzato il ciclo. Abbiamo fatto l'ultima visita, prima della pubblicazione del caso clinico, nel mese di maggio 2010. L'ipertiroidismo era  guarito già a partire da gennaio, con un TSH a 1.13, confermato da un TSH a 1.14 alle analisi di maggio, con ormoni regolari. Inoltre, durante l'inverno, non aveva più dovuto ricorrere al cortisone...

Sensibilità chimica multipla (MCS)

Donna del 1963, viene in prima visita il 10 ottobre 2007, con la diagnosi di Sensibilità chimica multipla. Fa risalire i primi sintomi a circa 10 anni prima, subito dopo l’asportazione di tutte le amalgami. Negli anni successivi inizia a stare peggio al contatto con varie sostanze chimiche, soprattutto la candeggina; da notare che, quando era bambina, la madre usava troppa candeggina e lei si svegliava di notte con forti bruciori agli occhi e dolore fortissimo alla nuca. I sintomi più importanti all’epoca della prima visita erano spossatezza, forti mal di testa nucali, bruciore in gola, senso di pesantezza a livello bronchiale, dolori alle orecchie, “naso che si rompe” (specie nel traffico), forte gonfiore alle gengive nella fase mestruale, un Herpes ricorrente che le lasciava sempre cicatrici. Aveva avuto anche episodi simil allergici, fino a vari episodi di edema della glottide; ma, cosa apparentemente strana, aveva avuto reazioni abnormi al cortisone, ma chi conosce la MCS sa che questo è possibile in questa malattia. Ovviamente, non tollerava profumi, odori, ecc. Messa in cura, torna nel mese di maggio 2008, affermando che i sintomi che avvertiva erano sempre gli stessi, tranne il fatto che il mal di testa, che prima durava un giorno intero, durava poco. Torna di nuovo nel mese di ottobre 2008, e le cose continuano a migliorare, perché ci racconta che “se sento un odore passando non sto più male, ma solo se ci resto. Prima stavo male anche solo passando in un posto con odori”. Torna per la quarta visita nel mese di maggio 2009, e ci racconta di riuscire a stare anche per 2 ore al supermercato, e che in quei 6 mesi non aveva più avuto edema della glottide e bruciore in gola. Nella visita successiva, del dicembre 2009, i miglioramenti sono ancora più significativi, perché ci riferisce che “posso entrare in tutti gli ambienti, compreso il posto di lavoro, anche se ancora non sopporto i detersivi; però adesso non sento subito gli odori, come accadeva prima”. Da allora non l’abbiamo più vista, ma vogliamo credere che stia ancora meglio, visto che stava quasi bene. Anche l’Herpes era sparito nell’ultimo anno.

Artrosi dell'anca (coxartrosi)

Signore di 51 anni, già paziente del centro da tempo, torna a studio il 10 aprile 2012 per un problema di artrosi dell’anca, specie sinistra, ma anche destra, che negli ultimi anni era andata peggiorando. I sintomi riferiti erano dolore anche nel camminare, mentre prima si affacciavano solo facendo sport. Inoltre, lamentava una ridotta mobilità, al punto che affermava essere un problema anche allacciarsi le scarpe. Già nel giugno 2010 aveva effettuato una radiografia dell’anca, che documentava una “diffusa condizione di tipo coxartrosico che coinvolge l’articolazione di sinistra. Evidente sclerosi del tetto acetabolare, associata ad una deformazione su base degenerativa artrosica… Alterazioni artrosiche si repertano anche a livello dell’articolazione coxo femorale di destra”. In seguito al netto peggioramento dei sintomi nei primi mesi del 2012, effettua anche una ecografia muscolo-tendinea e articolare, che conferma la coxartrosi. In visita gli parliamo della necessità di effettuare un trattamento osteopatico, ma nel frattempo, per cercare di farlo stare meglio, lo sottoponiamo al nostro protocollo biologico con omeomesoterapia, al quale risponde in modo straordinario, e dopo il secondo trattamento, del 13 aprile, stava già bene. Ha effettuato un terzo ed ultimo trattamento il 20 aprile. I risultati sono stati così eclatanti che il paziente non ha ritenuto necessario scomodare, almeno per il momento, l’osteopata.

Un classico esempio di cura “globale”: ipotiroidismo, ipertensione e colesterolo

Signora nata nel mese di gennaio 1945, visitata il 12 gennaio 2009, con diagnosi di ipotiroidismo dal 1990, ipertensione dal 2006 e ipercolesterolemia dal 2000. Al momento della visita assumeva, oltre a 50mcg di ormone sintetico, anche un farmaco per il colesterolo ed un antipertensivo. Con l’assunzione di 50 mcg di ormone sostitutivo il valore del TSH era di 3,95 per valori normali fino a 6,8 ed ormoni nella norma e pertanto si è potuto dimezzare da subito il dosaggio dell’ormone sostitutivo a 25 mcg. La signora presentava inoltre, all’ecografia tiroidea, effettuata nel dicembre 2008, un nodulo nel lobo destro di 16 x 20 mm. Nel contempo è stata presa in cura anche per quanto riguardava l’ipertensione e l’ipercolesterolemia. Nella visita di controllo, del mese di giugno 2009, il valore del TSH del mese di marzo 2009, portato in visione, era di 1,79 per valori normali fino a 4,2 e nel mese di giugno 2009 di 2,45 per valori normali fino a 4,94 ed ormoni nella norma. Inoltre, l’ecografia tiroidea, effettuata ad aprile 2009 mostrava il nodulo leggermente più piccolo e precisamente di dimensioni di 15 x 18. Si è così deciso di dimezzare ulteriormente l’ormone sostitutivo a 12,5 mcg. Nel successivo esame del 9 ottobre 2010 il valore del TSH era di 1,790 per valori normali fino a 4,0 con ormoni della tiroide normali e quindi, nella visita di controllo fatta nel mese di gennaio 2010 si è deciso di sospendere la terapia sostitutiva. Inoltre la paziente sospendeva anche la statina che prendeva per l’ipercolesterolemia. Nell’ultima visita effettuata nell’ottobre 2010 la paziente portava in visione gli esami effettuati alla fine del mese di settembre 2010 dove si evinceva il TSH a 2,451 per valori normali fino a 4,94 ed ormoni tiroidei nella norma. Nel frattempo la signora aveva sospeso anche gli antipertensivi e, quindi, non assumeva più alcun farmaco. Questo è un esempio di presa in cura “globale” di un paziente che, venuto a studio soltanto per problemi di tiroide, è riuscito a risolvere anche altri problemi.


Rettocolite ulcerosa

Ragazzo nato nel 1975, viene in prima visita il 10 gennaio 2012 con una diagnosi di retto colite. Alla fine del 2011 aveva avuto sangue nelle feci, per cui il 9 dicembre si era sottoposto a rettoscopia, che mostrava “mucosa dell’ampolla e retto edematosa e iperemica, con erosioni”. La successiva biopsia recitava “mucosa del grosso intestino erosa e con intenso infiltrato infiammatorio misto della lamina propria. Concomita criptite neutrofila. Il quadro morfologico si accorda con la diagnosi di Rettocolite ulcerosa”. A quel punto vengono prescritte le classiche medicine (pentacol, clipper) con cui migliora la sintomatologia. Ma il paziente non aveva nessuna volontà di prendere questi farmaci per il solito lunghissimo lasso di tempo, se non per sempre, e si decide a curarsi con la Medicina Biologica, visto che aveva anche sintomi da reflusso gastro-esofageo da Helicobacter Pylori, che lo costringevano ad assumere anche altre medicine per lo stomaco. Inizia a curarsi e interrompe tutti i farmaci, tornando in visita di controllo il 4 maggio 2012, affermandosi di sentirsi bene sotto tutti i punti di vista, a partire, ovviamente, dall’intestino.


Un caso “globale” con ipotiroidismo e tiroidite di Hashimoto, amenorrea, ipertensione, aritmia e sovrappeso…

Signora della provincia di Perugia, nata ad aprile del 1963, visitata nel mese di aprile 2010 con diagnosi di ipotiroidismo di Hashimoto. Alla data della visita assumeva 25 mcg di ormone sostitutivo ma, secondo il parere dell’endocrinologo, che l’aveva visitata il 10 aprile 2010, avrebbe dovuto aumentarlo a 50 mcg in quanto il TSH era di 7.16 per valori normali fino a 5.00, l’FT3 a 2.27 per valori normali superiori a 2.60 e l’FT4 a 0.74, quindi vicino al valore minimo di 0.70. Si era, perciò, in presenza di un forte ipotiroidismo. La paziente assumeva, inoltre, anche un antipertensivo. All’atto dell’anamnesi la signora riferiva altri sintomi che la facevano stare molto male, quali ansia, stress, tachicardia, assenza del ciclo mestruale, stanchezza cronica, stipsi, insonnia, paure, panico, tremori, ecc. Nella prima visita si è deciso di non aumentare il dosaggio dell’ormone sintetico, come aveva consigliato l’endocrinologo, ma di mantenerlo a 25 mcg.
Le prime analisi di controllo, effettuate il 24 maggio 2010, mostravano già importanti segni di ripresa della funzione tiroidea in quanto il TSH era di 2.660 per valori normali fino a 5.600, l’FT3 di 3.06 per valori normali da 2.50 a 3.90 e l’FT4 0.96 per valori normali superiori a 0.54.
In funzione di questi risultati, si decide di dimezzare la quantità di ormone sintetico.
Nella successiva visita di controllo del 19 luglio 2010 la paziente portava in visione le analisi fatte il 30 giugno 2010 dove il valore del TSH continuava ad essere sempre nella norma, a 1.76 per valori normali fino a 5.00. Anche l’FT3 era stabile a 2.61 per valori normali da 2.60 a 5.40 e anche l’FT4 era di 1.22 per valori normali da 0.70 a 1.55.  Questi valori ci hanno fatto capire che il processo di “riabilitazione” della tiroide stava procedendo alla grande, per cui abbiamo deciso di sospendere definitivamente l’ormone. La paziente, inoltre, ci informava di una sua migliore energia e lucidità e della scomparsa graduale dei vari sintomi che ci aveva riferito in sede di prima visita, compreso il ritorno del ciclo mestruale. Aveva anche sospeso il betabloccante in quanto la pressione arteriosa e la tachicardia si erano regolarizzate. Inoltre, in due mesi, con sua grande soddisfazione, aveva perso anche 9 chili, passando da 68kg a 59kg.  Alle successive analisi effettuate il 18 gennaio 2011 il TSH era di 4.21 per valori normali fino a 5.00 e gli ormoni tiroidei nella norma. La funzione tiroidea continuava a mantenersi perfetta.

Ipotiroidismo e amenorrea

Signora di 38 anni esatti, viene in prima visita proprio il giorno dopo il suo compleanno, il 30 gennaio 2012, con una diagnosi di ipotiroidismo e amenorrea. Le analisi portate in visione erano entrambe di dicembre 2011, ed entrambe mostravano un TSH alto rispetto ai parametri (per valori normali fino a 4.000, il TSH del 6 dicembre era 3.730, mentre il TSH del 19 dicembre era 3.730). Per questo le era stato prescritto 25 mcg di ormone tiroideo. Riguardo, invece, all’amenorrea, l’ultimo ciclo mestruale naturale risaliva a 2-3 anni prima. In prima visita togliamo subito l’ormone tiroideo, in modo che la tiroide non iniziasse a “bloccarsi”, e la mettiamo in cura con i nostri protocolli. Viene in visita di controllo il 7 maggio 2012, portando analisi del 28 aprile con un TSH perfetto a 1.980. Inoltre, ci dice di aver riavuto 2 cicli mestruali naturali, dopo oltre 2 anni di assenza.

Giovane ragazza con ipotiroidismo e tanti altri sintomi…

Ragazza nata nel 1995, viene in prima visita il 14 ottobre 2010, con una diagnosi di ipotiroidismo.
I genitori non si erano rassegnati all’idea che la ragazza assumesse l’ormone sintetico per tutta la vita, per cui avevano deciso di curarla con il Metodo Broussais. Vengono portate in visione 2 analisi del mese di settembre 2010, che mostrano valori alterati del TSH, e precisamente: TSH a 7.140 l’8 settembre e a 5.460 il 29 settembre (valori normali entro 4.200). Inoltre, la tiroxina (FT4) era a valori minimi (8.5 per valori normali tra 8 e 16). La ragazza lamentava molti altri sintomi, tra i quali grande stanchezza, forte freddolosità, mancanza di concentrazione e di memoria, estrema sonnolenza diurna, gonfiore alle mani, diversi sintomi all’apparato gastro-intestinale, acne, allergie cutanee ed orticaria, prurito, forfora, forte dolore alla schiena, dolori mestruali, grande irritabilità, e vari altri sintomi. Messa in cura secondo il Metodo Broussais, torna in visita di controllo nel gennaio 2011 con un TSH rientrato nella norma a 4.160, e con l’FT4 salito da 8.5 a 11.5.
Nel mese di maggio 2011 il TSH diventa perfetto (1.720), e l’FT4 sale ancora a 11.7. Infine, nel mese di ottobre 2011, in occasione dell’ultima visita di controllo prima della pubblicazione del caso clinico, il TSH era a 1.930, mentre l’FT4 era salito a 12.4. Ovviamente, la guarigione dell’ipotiroidismo è coincisa con la sparizione di tutti i sintomi della ragazza, escluso qualche residuo mal di testa sporadico.

Un grave caso di epatite, ittero e lupus

Signora di quasi 48 anni, viene in prima visita il 10 febbraio 2010, con una condizione clinica molto delicata. La situazione più grave era quella del fegato, con epatite grave, un forte ittero, colecistite e aumento della bilirubina. I valori delle analisi del 1° febbraio erano molto preoccupanti: le 2 transaminasi erano altissime, con la AST o GOT a 594 (v.n. fino a 32), e la ALT o GPT a 688(v.n. fino a 31). La bilirubina era a 24.74, per valori normali fino a 1, e alle analisi precedenti era arrivata a superare il valore di 30. Per di più, la signora aveva anche una diagnosi di Lupus Eritematoso Sistemico(LES), per la quale aveva assunto per molto tempo 2 potenti farmaci immunosoppressori, il Plaquenil e il Methotrexate.  Messa in cura con il nostro esclusivo Metodo Kousmine Integrato, avendo anche eliminato tutti i farmaci, sostituiti da rimedi biologici, torna in visita di controllo nel mese di maggio 2010, portando in visione le nuove analisi, perfettamente rientrate nella norma: infatti le transaminasi erano scese rispettivamente a 13 e 14, mentre la bilirubina era scesa a 0.73. La cosa più importante è stato il fatto che la paziente ci abbia detto che non si era mai sentita meglio. La nota più strana di questa faccenda era stato il fatto che il medico che l'aveva avuta in cura fino a febbraio le aveva "ordinato" di mangiare petto di pollo sia a pranzo che a cena !!!

Sindrome chimica multipla (MCS)

Ragazza del 1975, viene in prima visita il 3 dicembre 2007, scrivendo di suo pugno sulla cartella clinica di essere malata di MCS da 9 anni, con problemi respiratori, alimentari e renali causati da profumi, gas di scarico, conservanti e altro. A novembre aveva appena terminato una terapia a base di cortisone per una faringopatia sub-atrofica. Il momento scatenante della malattia era coinciso con un'operazione di amartoma nasale, con anestesia totale, al risveglio della quale aveva avuto sintomi tipo totale perdita delle forze, grande malessere, insonnia. Al momento della prima visita non riusciva neanche ad entrare in un supermercato. La rivediamo per una visita di controllo nel luglio 2008, nella quale ci disse di essere nettamente migliorata, fino a condurre una vita normale. Secondo il marito, era praticamente guarita. La rivediamo nel febbraio 2009, con ulteriori miglioramenti; ci disse di "sopportare meglio i profumi, e di riuscire a fare finalmente tutte le cose normali".

Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa

Ragazza nata nel 1989, viene in prima visita il 21 luglio 2008 con la diagnosi di Morbo di Crohn, con la colonscopia che evidenziava ulcerazioni della mucosa sia a livello dell’ileo, sia a livello del colon. Tutto era iniziato con una influenza nel gennaio 2008, con 10-15 scariche diarroiche al giorno, anche con presenza di sangue nelle analisi delle feci. Per questo le era stato prescritto il cortisone per molte settimane, fino a 60 mg al giorno. Aveva perso anche molti chili, arrivando a pesare 40 chili. I sintomi all’epoca della prima visita consistevano in crampi e dolori addominali, diarrea, stanchezza, debolezza  muscolare, afte, nausea e a volte vomito, e diversi altri, come segnalato nella scheda clinica dalla paziente stessa. C’erano anche diverse alterazioni nelle analisi del sangue, le peggiori delle quali la Proteina C Reattiva (PCR) a 36 e soprattutto l’elettroforesi proteica, con l’inversione del rapporto tra l’albumina e globuline del sangue. Infatti, nelle analisi del 14 luglio 2008, l’albumina era 44.9, per valori normali da 52 a 68, ed il rapporto era a 0.81, mentre deve sempre essere superiore almeno a 1.10. Chi mastica un po’ di medicina sa che queste alterazioni non sono per niente cose di poco conto. La mettiamo in cura, anche se eravamo un po’ preoccupati dalla sua giovane età, e quindi dalla possibile mancanza di affidabilità, considerando anche l’estate che avanzava. Invece, nella visita di controllo del settembre 2008, ci dice di “stare bene”, e anche le analisi andavano bene. Infatti, la Proteina C Reattiva si era più che dimezzata, passando da 36 a 15, mentre anche il rapporto tra albumina e globuline si era normalizzato a 1.12, con il valore dell’albumina salita da 44.9 fino a 52.9.

Diabete insipido, amenorrea e molto altro

Ragazza del 1983, viene in prima visita il 14 aprile 2009. Il suo problema principale era il diabete insipido, molto meno famoso del diabete mellito, ma non meno pericoloso. Il diabete insipido è una malattia dovuta al mancato controllo sulla funzione renale da parte dell'ormone antidiuretico o ADH (un ormone dell’Ipofisi), per cui il sintomo principale è la poliuria (emissione di 5-25 litri di urina nelle 24 h. Di conseguenza, il paziente presenta una sete incoercibile (polidipsia). Tutto era iniziato 3 anni prima, quando da tempo già assumeva la pillola anticoncezionale per un ovaio policistico e amenorrea. Nel 2006, per 6 mesi aveva sospeso la pillola sostituendola con un particolare diuretico, l’aldactone (non si capisce però il motivo di questa variazione). Fatto sta che in quei 6 mesi ci furono forti effetti collaterali, tra cui la comparsa di peluria, ingrassamento, e successivamente fortissima stanchezza e una grande sete. Fatte le analisi, fu fatta la diagnosi di diabete insipido, per il quale le fu prescritto il Minirin in dose di 2 mg per 2 volte al giorno, e le fu ridata la pillola per la mancanza di mestruo. All’epoca della prima visita, oltre a questi 2 farmaci, a volte assumeva anche il Laroxyl, un antidepressivo. In ogni caso, di suo pugno la paziente segnala sulla cartella clinica molti altri sintomi, non consoni alla sua giovane età (fortissima stanchezza, difficoltà digestive, forte irritabilità, frequentissime eruttazioni, diarrea, colite, dolori cervicali e persino una pregressa pancreatite, che ancora dava segnali). Per non dilungarci, diremo che, una volta messa in cura, abitando a Londra, è tornata in visita di controllo 3 volte nel 2009 e una volta nel 2011, e la situazione, nella visita di dicembre 2011, dopo un continuo crescendo positivo, era la seguente: innanzitutto affermava di sentirsi molto bene sotto tutti i punti di vista; inoltre, aveva sospeso tutti i farmaci (Laroxyl, pillola e Minirin), e nonostante ciò le era ricomparso il ciclo mestruale ed era guarita dal diabete insipido.

Ipotiroidismo, benessere, dimagrimento e capelli…

Signora di Milano, nata ad agosto 1965, visitata il 29 settembre 2010, con diagnosi di ipotiroidismo e noduli tiroidei. Assumeva dal 1994 50 mcg di ormone sostitutivo e da giugno 2010 25 mcg.
All’ecografia la tiroide presentava ecostruttura finemente disomogenea con rare formazioni nodulari del diametro massimo di 4-5 millimetri. Gli esami di settembre 2010, portati in visione, e che mostravano il TSH di 2.15 per valori normali fino a 4.500 ed ormoni nella norma, ci permettevano da subito di abbassare il dosaggio dell’ormone sostitutivo a 12,5 mcg. Nella visita di controllo del febbraio 2011 la paziente ci comunicava di essere stata decisamente meglio, di aver perso anche 3 kg passando da 51kg a 48kg e che era migliorata anche la caduta di capelli. Gli esami della tiroide del mese di gennaio 2011 mostravano il TSH a 1.39 per valori normali fino a 4.500 e ormoni della tiroide nella norma. Si è deciso, quindi, per la sospensione dell’ormone sostitutivo. Gli esami del mese di maggio 2011 mostravano il TSH a 1.70 per valori normali fino a 4.500 ed ormoni tiroidei nella norma. Anche i successivi esami del settembre 2011 indicavano il TSH a 1.94 per valori normali fino a 4.500 ed ormoni tiroidei sempre nella norma. La tiroide può considerarsi perfettamente riabilitata.

Ipotiroidismo e allergia…

Signora di 42 anni, viene in prima visita il 30 maggio 2011 con una diagnosi di ipotiroidismo effettuata nel mese precedente. Le analisi del 20 aprile mostravano, infatti, un TSH a 6.64 (valori normali fino a 4.00). Oltre all’ipotiroidismo, lamentava anche una reattività allergica a molte sostanze. Messa in cura con la Medicina Biologica secondo il Metodo Broussais, torna in visita di controllo il 3 ottobre 2011, con un TSH a 3.00, perfettamente rientrato nella norma, e riferisce anche di non aver più avuto attacchi allergici. Questo caso clinico viene pubblicato nel mese di novembre 2011.

Guarigione da ipotiroidismo, nodulo tiroideo e sovrappeso

Signora nata a dicembre 1981, proveniente dalla provincia di Catanzaro, viene visitata il 3 giugno 2008 con diagnosi di ipotiroidismo e tiroidite. A gennaio 2007, al momento della diagnosi, il valore del TSH era di 9.840 per valori normali fino a 5.500 e con FT4 ai limiti del valore inferiore, e cioè di 0.90 per valori minimi di 0.89. Inoltre, all’ecografia tiroidea del 23 luglio 2007, presentava un nodulo al lobo di destra delle dimensioni di 5x5x6 mm. Al momento della visita assumeva 62,5 mcg di ormone sostitutivo. Considerando il quadro clinico si è deciso di mantenere invariato il dosaggio dell’ormone sostitutivo per i primi 2 mesi.  Alle analisi del 21 luglio 2008 il valore del TSH era di 2.252 per valori normali fino a 5.000 e l’FT4 era leggermente salito a 0.92. Si è deciso così di abbassare il dosaggio dell’ormone sostitutivo a 50mcg. Si consigliava, inoltre, di effettuare una nuova ecografia tiroidea in un laboratorio nuovo senza portare in visione l’ecografia fatta in precedenza. Nella visita di controllo fatta ad ottobre 2008 la paziente portava in visione gli esami fatti in data 17 settembre 2008 dove si evidenziava il TSH 1,94 per valori normali fino a 4.00 e, soprattutto l’FT4 a 8.40 per valori normali da 5.80 a 16.40. La tiroide dava già segno di notevole miglioramento della sua funzione e si è deciso di abbassare ulteriormente il dosaggio dell’ormone sostitutivo a 25mcg. Alla nuova ecografia fatta il 17 settembre 2009 i noduli tiroidei visti in precedenza erano spariti. Nel mese di dicembre 2008 l’ormone sostitutivo è stato ulteriormente scalato a 12,5 mcg ed è stato definitivamente eliminato il 20 febbraio 2009 in quanto le analisi fatte il 11 febbraio 2008 riportavano il valore del TSH a 2.89 ed ormoni tiroidei nella norma. Sempre nel mese di febbraio 2009 la nostra paziente effettuava un ciclo di digiuno terapia a casa comunicandoci, con entusiasmo, il 3 marzo 2009, con una mail, di essere stata bene e di aver perso 8 kg in 10 giorni. Le successive analisi del 25 maggio 2009 riportavano sempre un TSH a 3.21 per valori normali fino a 4.20 ed ormoni tiroidei sempre nella norma. La tiroide si è completamente riabilitata.

Ipotiroidismo e sintomi correlati…

Ragazza del 1989, viene in prima visita il 5 agosto 2010, con la diagnosi di ipotiroidismo. Alle analisi del 30 luglio il TSH era a 7.29 (v.n. fino a 5) e l’FT4 era a 9.7 (v.n. 11.5 – 22.7). Si rivolge al nostro centro medico perché non intenzionata ad assumere l’ormone sintetico a vita. Messa in cura con il Metodo Broussais, effettua nuove analisi il 4 febbraio 2011, che mostrano una regolarizzazione del TSH a 2.32 (v.n. sempre fino a 5); anche l’FT3 e l’FT4 risultavano nella norma. Da allora, i valori sono sempre risultati nella norma, prima della pubblicazione del caso clinico, e precisamente: il 4 giugno 2011 il TSH era a 2.86 e l’FT4 a 14.3; il 26 agosto 2011 il TSH era a 3.01 e l’FT4 a 13.9. La riabilitazione della tiroide è coincisa, ovviamente, con il miglioramento di tutti gli evidenti squilibri funzionali rilevati nella prima visita (in cui fu necessario sottoporla anche a terapia di risonanza) e, di conseguenza, con la risoluzione di tutta una serie di sintomi lamentati in precedenza (freddolosità, stanchezza, alterazioni del ciclo mestruale, ecc.).

Ipotiroidismo, dolori muscolari, dismenorrea e mal di testa

Signora del 1962, viene in prima visita il 27 luglio 2009, con la diagnosi di ipotiroidismo, per il quale assumeva 100 mcg di ormone tiroideo fin dal 2003 (tirosint).  Inoltre, soffriva di dolori articolari, con una pregressa trocanterite, mentre da 2 mesi soffriva di dolori alle mani, alla spalla, al gomito e a tutte le articolazioni in generale. Infine, soffriva di dismenorrea.
Messa in cura con la Medicina Biologica, iniziamo a scalare gradualmente l’ormone, fino ad eliminarlo nel mese di gennaio 2011. La riabilitazione della tiroide trova conferma nelle analisi dei mesi di maggio ed ottobre 2011, con un TSH rispettivamente a 2.49 (v. n. sotto 5) e a 2.131 (v.n. sotto 4.5).
La cura “globale” della persona porta ovviamente i suoi frutti a 360°. Nella visita di controllo del 3 gennaio 2012 la paziente non aveva più dolori, ed anche il mal di testa e la dismenorrea erano diminuiti di intensità. Da notare che dalla lettura della sua cartella clinica, questa paziente ha sempre avuto la tendenza a “spendersi  troppo”, oltre le sue forze, e questo, in genere, non aiuta, ma nonostante ciò ce l’abbiamo fatta a migliorarle nettamente la qualità della vita.
L’ultima visita prima della pubblicazione del caso è del 13 novembre 2012, nella quale la paziente, nonostante la dolorosa perdita del papà avvenuta nell’estate, ci dice di continuare a stare bene, senza più dolori articolari, senza mal di testa, senza dismenorrea, non più freddolosa, ecc.
Le analisi portate in visione confermano la completa riabilitazione della tiroide, con un perfetto TSH a 2.57 (v.n. fino a 5) ed ormoni nel range.
Riguardo, invece, agli esami inerenti alla patologia artritica, un grande risultato riguarda gli anticorpi antinucleo ed anticardiolipina; all’epoca della prima visita, nel 2009, gli antinucleo erano segnalati con 3 crocette (il massimo), mentre gli anticardiolipina erano a 55 (v.n. sotto 10).
Gli esami portati in visione il 13 novembre mostrano, invece, una sola crocetta per i primi, e una negativizzazione dei secondi, 6.9 (v.n. fino a 11.9).

Artrite diffusa

“Ragazza”del 1976, viene in prima visita il 30 luglio 2012, raccontandoci la sua storia clinica iniziata nel lontano 1994 con dolori alla spalla destra. Negli anni successivi i dolori si sono diffusi a tutto il corpo, specie alle mani e ai polsi. La diagnosi che fu “poliartrite diffusa”, per la quale le furono prescritti cortisone ed anti-infiammatori, senza grandi risultati a giudicare dal fatto che nel 2007 le fu prescritta la terapia biologica con Infliximab (chiamata così chissà perché) per un anno e mezzo, ma sempre senza risultati, a giudicare che è stata costretta a venire nel nostro centro medico. Torna alla visita medica di controllo il 13 novembre 2012 dicendoci testualmente: “Sto parecchio meglio, con un grande miglioramento dei dolori articolari; prima mi svegliavo la mattina e non sapevo come avrei fatto ad arrivare alla sera. Ho perso anche 4 chili…”. Inoltre, ci fa notare che le nuove analisi portate in visione mostrano un valore degli anticorpi antinucleo (ANA) dimezzati rispetto a quelle precedenti. Infine, ci fa notare che quando iniziò la terapia biologica con Infliximab (chiamata così chissà perché), nel 2007, le si erano positivizzati con ben 2 crocette gli anticorpi relativi alla sclerodermia.
Pubblichiamo subito questo caso, augurando alla “ragazza” che vada in porto anche il tentativo di gravidanza assistita prevista a breve.

Rettocolite ulcerosa

“Ragazzo”del 1982, viene in prima visita il 19 maggio 2011 con la diagnosi di retto colite ulcerosa. La malattia era iniziata nel gennaio 2010, con diarrea e sangue. La diagnosi era stata di proctite. Durante la visita ci racconta che da un anno e mezzo aveva attacchi di diarrea, dolori al basso ventre e sangue almeno ogni 15-30 giorni, e nonostante le medicine assunte(4 cps di mesalazina e il cortisone all’occorrenza, sia topico che per uso interno). Messo in cura con il Metodo Broussais, scalando la mesalazina a 3, torna in visita di controllo nel mese di ottobre 2011 dicendoci testualmente: “Ho avuto dei decisi miglioramenti, devo dire. Come attacchi forti ho avuto un solo episodio, ma perché in Grecia ho mangiato male. Se penso che prima stavo malissimo ogni 15 giorni… Invece, ho avuto un solo episodio in 5 mesi”. Torna in visita di controllo il 28 giugno 2012 e ci dice (sempre testualmente): “da ottobre non ho avuto episodi severi e solo raramente ho usato il cortisone in supposte, ma solo a livello preventivo, per piccoli fastidi. Ho anche abbassato la mesalazina da 3 a 2. In sintesi, da un anno a questa parte è andata sempre meglio”. Torna in visita di controllo il 13 febbraio 2013, prima della pubblicazione del caso clinico, e ci dice: “Nel 2012 benissimo, per tutti i 6 mesi finali a dir poco sono stato benissimo”. Tanto bene, evidentemente, da trasgredire sia con l’alimentazione che con lo stress, ed ecco puntuale la classica ricaduta dopo Capodanno, che lo costringe a riprendere un po’ di cortisone. Noi lo rassicuriamo, e ci complimentiamo con lui per la consapevolezza che questa ricaduta dopo oltre un anno e mezzo di benessere era dipesa esclusivamente dalle trasgressioni dello stile di vita che gli avevamo consigliato. Così, gli consigliamo semplicemente di riprendere al vecchia strada, ricordandogli che la rettocolite è una malattia che richiede attenzioni. Lui, forte dell’esperienza di essere stato benissimo per oltre un anno e mezzo, ci dice che intende tornare sulla retta via.

Rettocolite ulcerosa e amenorrea

“Ragazza”del 1980, viene in prima visita il 23 dicembre 2010 con la diagnosi di rettocolite ulcerosa e amenorrea/ipomenorrea. La rettocolite durava da un paio d’anni, essendo esordita per 20 giorni nel 2008 e poi nel 2009 con sangue e muco. In visita ci racconta di un episodio pesante nell’estate 2010 con febbre, feci non formate e dimagrimento, e di un altro episodio simile, anche con sangue, occorsole poche settimane prima. La ragazza aveva tentato di curarsi con medicine omeopatiche e soluzioni naturali, ma senza esito. Tra alti e bassi, riusciamo a farla star bene nella primavera 2011, quando ci dice testualmente: “non mi sono mai sentita così bene…”. Però, dai primi di agosto notiamo una ricaduta, fino a che, nell’ultima visita di controllo prima della pubblicazione del caso clinico, il 19 febbraio 2013, troviamo la paziente completamente trasformata, non solo perché la rettocolite era sotto controllo, ma anche perché aveva ripreso ben 7 chili, il ciclo era tornato regolare, i capelli si erano fortificati e la sua freddolosità patologica era migliorata moltissimo. Finalmente sorrideva…

Rettocolite ulcerosa e pancreatite

Bimba nata nel 2004, all’età di 7 anni, nell’estate 2011, si ammala di retto colite ulcerosa e pancreatite. Le scariche erano 13-15 al giorno, con sangue. Viene subito trattata con pentacol (1500 mg/die) + 45 mg di cortisone al giorno per via orale + vari clipper. Assume cortisone per ben 3 mesi, riuscendo a stare benino a novembre con il solo asacol, poiché a volte si rivedeva il sangue nelle feci. Nel giugno 2012 forte ricaduta, con 10 scariche al giorno, e viene di nuovo trattata con cortisone, e precisamente con 10 mg al giorno, più cortisone a livello locale con topster. Viene in prima visita il 22 agosto 2012, in cura con un clipper e topster dal 20 luglio, e i sintomi erano 4 scariche al giorno, con sangue, mal di testa e febbricola. Messa in cura, torna il 17 ottobre 2012 con un sostanziale miglioramento dei sintomi, tanto che il papà afferma che “la bimba sta bene senza cortisone”, pur continuando a fare un clistere di topster a settimana. Torna per una nuova visita di controllo il 26 febbraio 2013, prima della pubblicazione del caso clinico, con un intestino regolare, feci formate e senza sangue e muco. Dalle domande che rivolgiamo ai genitori capiamo che la bimba è stata brava con l’alimentazione. E, come spesso diciamo, in questo tipo di patologia è davvero fondamentale essere affidabili nelle cure.

Morbo  di  Crohn

Ragazzo nato nel 1985, viene a studio medico il 23 novembre 2007 con la diagnosi di morbo di Crohn. Assumeva molti farmaci, tra cui il cortisone, i classici farmaci anti-infiammatori (3 grammi al giorno di Pentasa nel suo caso), e Flagyl soprattutto nei periodi di acuzie, che si ripetevano ogni 3-4 mesi, nonostante i farmaci. Messo in cura con il Metodo Broussais, iniziamo a scalare i farmaci e torna in visita di controllo l’8 febbraio 2008, dicendoci di stare bene, anche se le feci ancora non erano del tutto formate. Abbassiamo ancora un po’ i farmaci e torna in visita medica nel mese di luglio 2008, dicendoci di star bene e di non aver mai più avuto una sola ricaduta in quegli 8 mesi. Il 1° giugno aveva sospeso anche il cortisone, che il ragazzo aveva deciso di continuare a prendere solo in vista di un pre-ipotizzato ricovero, che però poi non c’era più stato proprio perché il ragazzo stava bene. Dunque, a luglio assumeva 2 grammi di Pentasa. Scaliamo ulteriormente il Pentasa e lo rivediamo nel mese di gennaio, e continuava a star bene. Per questo, dopo oltre un anno di cure senza più ricadute, e avendo eliminato i farmaci, possiamo ritenere di aver “trasmesso” al giovane ragazzo tutte le armi per non ammalarsi mai più.

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