Oggi si parla sempre più spesso dei "radicali liberi" e della loro implicazione nei fenomeni di invecchiamento cellulare e nella patogenesi delle malattie degenerative.
L'esame dello stress ossidativo consente, oggi, in pochi minuti e con una semplice goccia di sangue capillare, di misurare i radicali liberi e fare una reale medicina preventiva...
La medicina di questo inizio di millennio, sul piano della ricerca scientifica, appare particolarmente interessata al significato biologico e alle implicazioni patologiche dello stress ossidativo, dovuto all'eccesso di radicali liberi.
Non ci sono più dubbi che esso si associa alle principali patologie croniche dell'adulto, a carattere degenerativo e con un'evoluzione parallela al processo d'invecchiamento: ci riferiamo alle patologie cardiovascolari, metaboliche, neurodegenerative, tumorali, infiammatorie sistemiche o a carico di singoli organi.
A prima vista sembra di doversi disperdere in patologie molto diverse l'una dall'altra, ma le ipotesi ezio-patogenetiche più recenti, che in alcuni settori sono ormai delle certezze, dimostrano che lo stress ossidativo è l'elemento patogenetico comune.
La maggior parte delle patologie e l'invecchiamento degli esseri viventi sono causati da processi chimici ossidativi, dovuti ad una eccessiva produzione di radicali liberi.
La presenza dei radicali liberi in organismi viventi ha normalmente conseguenze negative, come il danneggiamento diretto o indiretto del DNA cellulare e la modificazione strutturale delle proteine.
I radicali liberi possono quindi indurre danni anche
gravissimi, modificando le caratteristiche strutturali e funzionali di
un tessuto vivente: essi sono, infatti, chiamati in causa nella genesi
biochimica di un gran numero di eventi patologici.
Ecco che si chiarisce il significato di “stress ossidativo”: nell'organismo sano esiste un equilibrio fra i meccanismi ossidativi e le difese antiossidanti; in condizioni normali il potenziale tossico dei radicali liberi è neutralizzato da un complesso sistema di fattori antiossidanti che rappresenta il meccanismo fisiologico di difesa: il rapporto tra fattori ossidanti e difese antiossidanti rappresenta la cosiddetta "bilancia ossidativa".
Lo stress ossidativo è l'espressione biologica di un danno che si verifica quando i fattori ossidanti (farmaci, sostanze tossiche, radiazioni, stati infiammatori, attività fisica esacerbata, ecc.) superano le difese antiossidanti (enzimi come la SOD, il coenzima Q10, la catalasi, la perossidasi, le varie vitamine, ecc.).
La possibilità di misurare in forma accurata, con un metodo semplice e rapido, lo stato ossidativo
di un sistema biologico appare, alla luce dei nuovi traguardi della
medicina, di fondamentale importanza per la diagnostica clinica, nonché
indispensabile in corso di vari trattamenti farmacologici che potrebbero
causare stress ossidativo o per monitorare l'efficacia di terapie
antiossidanti che sempre più stanno trovando impiego nella pratica
medica.
L’analisi dello stress ossidativo ha una durata di circa 15 minuti e viene effettuata tramite una goccia di sangue capillare. L'unità di misura per la lettura dei radicali liberi è l'U/Carr (Unità Carratelli).
Il valore di riferimento è stato calcolato su un campione di migliaia di
persone sane; la distinzione di sesso ed età non ha evidenziato
spostamenti dei valori medi ottenuti.
Al di sotto di 300 U/Carr = valori normali Da 300 a 320 = border line Da
320 a 350 = condizione di lieve stress ossidativo Da 350 a 400 =
condizione di stress ossidativo Da 400 a 500 = condizione di forte
stress ossidativo Oltre 500 = fortissimo stress ossidativo
Misurare lo stress ossidativo è particolarmente importante nei seguenti casi:
- deficit immunologico
- stanchezza cronica
- artrite e artrosi
- allergie
- infertilità
- prevenzione/cura malattie cardiovascolari
- prevenzione/cura malattie autoimmuni
- prevenzione/cura malattie neurologiche
- prevenzione/cura malattie oncologiche
- prevenzione invecchiamento precoce