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Malattie Cardiovascolari

In questa sezione è presente tutto ciò che riguarda le malattie dell'apparato cardiovascolare, in particolare ipertensione, aterosclerosi e infarto.
Nonostante negli ultimi anni siano stati spesi miliardi di dollari per la ricerca sulle malattie cardiovascolari, il numero di persone che si ammala aumenta sempre di più: infatti oltre il 60% della popolazione ha o avrà a che fare con ipertensione, infarti, trombosi, ictus, ecc..
Viene da chiedersi come mai, nonostante tutti gli studi effettuati, siamo sempre più soggetti a queste patologie, al punto che le lesioni alle arterie iniziano alla tenerissima età di 2-3 anni: l’allarme è stato lanciato al congresso nazionale di cardiologia tenutosi a Roma nel mese di dicembre 2002.

Probabilmente la risposta è molto semplice.

- Un primo motivo è rappresentato dagli interessi delle case farmaceutiche, che tendono a creare malati cronici, nonostante sia statisticamente noto che moltissime persone sottoposte a terapia anti-ipertensiva sono comunque colpite da incidenti cardiovascolari (ictus, trombosi, infarto).
Tra l'altro, basta leggere i fogli illustrativi dei farmaci per la pressione per notare la stridente contraddizione di farmaci che dovrebbero proteggere cuore e arterie ed invece, tra gli effetti collaterali, si leggono proprio le più gravi malattie cardiovascolari.

- Un secondo motivo è rappresentato dal fatto che non sono ancora state ben capite le cause reali delle malattie cardiologiche: si danno per scontate una serie di dati che, però, sono spesso dei luoghi comuni: ad esempio, basta leggere il documento sul colesterolo per capire di cosa stiamo parlando...
Esistono recenti studi riguardanti il mesenchima,  più volgarmente detto connettivo, oggi ancora poco conosciuti, che ci consentono di capire le cause reali delle malattie cardiovascolari.
Questi studi ci spiegano finalmente in maniera moderna e scientifica il meccanismo con cui si produce il fenomeno dell’aterosclerosi (volgarmente “le placche”), che rappresenta il vero grande flagello e la prima causa delle malattie cardiovascolari, a cominciare dall'infarto.




Ipertensione




L'ipertensione consiste nell'aumento della pressione sanguigna e si verifica quando, per dirlo in parole povere, le arterie si contraggono troppo (in gergo medico "vasocostrizione").
Il fenomeno della vasocostrizione, in casi rarissimi, implica un malfunzionamento dei reni o delle ghiandole surrenali, con la produzione di alcuni ormoni che provocano il restringimento delle arterie.
Nella stragrande maggioranza, invece, diremo perfino nel 99% dei casi, si parla di "ipertensione essenziale".



LE CAUSE DELL'IPERTENSIONE



Il nostro sistema neuro-vegetativo, da cui dipendono tutte le funzioni involontarie, pressione sanguigna compresa, è formato da 2 parti che interagiscono tra di loro come 2 piatti della stessa bilancia.
Una parte del sistema neuro-vegetativo prende il nome di sistema nervoso simpatico che, mediante la produzione di adrenalina ed altri neurotrasmettitori, regola alcune funzioni organiche tra le quali la vasocostrizione: se un cane ci insegue noi siamo in grado di correre il più velocemente possibile grazie al pronto intervento di una gran quantità di adrenalina prontamente messaci a disposizione dalle ghiandole surrenali; questo meccanismo è chiamato "reazione di fuga" e si capisce perché il sistema nervoso simpatico è la parte più legata agli stimoli stressogeni.
L'altra parte è chiamata sistema nervoso parasimpatico o "nervo vago" e regola altre funzioni: per ciò che riguarda le arterie, il nervo vago ha un'azione vaso-dilatatrice.
In sintesi una pressione normale, poniamo 120-80, è la risultante di un buon equilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico; se uno dei 2 sistemi prende temporaneamente il sopravvento sull'altro avremo un aumento o un abbassamento della pressione a seconda di quale sistema in quel momento sia più attivo.
E' evidente che se un individuo dorme poco, lavora tanto, è in sovrappeso, si arrabbia e si stressa, prende molti caffè, mangia male, si creano le condizioni per un aumento della pressione arteriosa.



E' GIUSTO DARE GLI ANTI-IPERTENSIVI ?



Normalmente il cardiologo, ritenendo pericolosa l'alta pressione, dà un farmaco anti-ipertensivo per abbassarla (ad esempio un beta bloccante): questo farmaco riduce le resistenze periferiche e spesso la pressione tende ad abbassarsi: a quel punto il paziente si convince che non corre più pericoli.
Purtroppo, invece, le cose non stanno sempre così: infatti, statisticamente, molte persone colpite da malattie cardiovascolari, ad esempio infarto o ictus, sono sotto terapia cardiologica e anti-ipertensiva.

Come si spiega tutto ciò?

E' semplice: al di là degli effetti collaterali dei farmaci anti-ipertensivi, la cosa che più stressa il cuore è il fatto che esso si trova ad essere bersaglio di 2 "ordini" contrastanti, uno che parte dal sistema nervoso centrale che ordina una pressione elevata (perché comunque nella vita di quel soggetto nulla è cambiato) e l'altro che parte dalla periferia per l'azione del farmaco che "ordina" una pressione bassa: il cuore viene dunque a trovarsi in mezzo a 2 forze totalmente contrastanti e da qui nasce un forte stato di stress e sofferenza (tanto più se si pensa che spesso sono aggiunti dei diuretici che provocano un ulteriore squilibrio organico).
Di conseguenza, non ci si deve meravigliare più di tanto se tra gli effetti collaterali della quasi totalità dei farmaci anti-ipertensivi sono riportati proprio gravi malattie cardiovascolari come infarto, incidenti cerebro-vascolari, ictus, angina, ecc.


QUALE SOLUZIONE?



E' evidente che la vera cura dell'ipertensione non può che passare attraverso un riequilibrio funzionale del sistema neuro vegetativo.
In altre parole, più che allargare per forza le arterie o forzare la diuresi con tutti i rischi per il cuore già descritti, bisogna far sì che la pressione si normalizzi come effetto di un ritrovato equilibrio neuro-vegetativo poiché solo in questo caso si può parlare di vera terapia e non di terapia sintomatica.
In Medicina Biologica, oltre a sensibilizzare il paziente sulla necessità di attuare uno stile di vita più idoneo, esistono varie possibilità di approccio al problema, dall'agopuntura all'omeopatia, dai consigli nutrizionali specifici ad alcuni integratori, fino alla fitoterapia; in genere, però, la strada migliore viene scelta dopo un attento Check-up funzionale (vedi documento specifico) che, oltre a dare un quadro preciso dello stato di salute del paziente, è anche in grado di indicare le terapie più idonee.




Infarto e aterosclerosi




Nell'immaginario collettivo c'è l'idea che i vasi, nel tempo, si chiudono per colpa di una "placca" di colesterolo che si attacca alle arterie e ne ostruisce via via il lume.
Questa idea è falsa.
Innanzitutto nelle arterie scorre il sangue, composto da centinaia di sostanze, tutte disciolte a formare un "liquido unico" contenente zuccheri, grassi, proteine, globuli rossi e bianchi, piastrine, decine di minerali e vitamine, acido urico, sostanze azotate ecc. Ognuna di queste sostanze è contenuta, proporzionalmente, in minima quantità.
Ad esempio, pensiamo ai grassi: anche il colesterolo e i trigliceridi sono contenuti in quantità minime, tanto è vero che, toccando il sangue, non si ha la sensazione di toccare un liquido oleoso che non si deterge con facilità, come capita con l'olio o con il burro; al contrario, il sangue si deterge con estrema facilità, basta passarlo un attimo sotto l'acqua corrente.
Chiarito che i grassi sono presenti in minima quantità nel sangue, e chiarito che, come ogni altra sostanza ematica, essi sono allo stato di soluzione, cioè disciolti, va precisato che mai il colesterolo potrebbe "attaccarsi" alla parete dell'arteria, come si vuole far credere.
La realtà è che non esiste la "placca di colesterolo" così come viene immaginata dalla gente comune, cioè come una "incrostazione" di grasso che, man mano, aumenta e chiude l'arteria.
La parete delle arterie è fatta di "mucosa" (per averne un'idea basta toccarsi con la lingua la mucosa della guancia): pensare alla placca in questo modo sarebbe come pensare di poter mettere un panetto di burro in bocca, sperando che non solo si sciolga, ma che addirittura si attacchi alla mucosa della guancia stessa e resti lì per sempre.

Ma allora cos'è realmente una placca ateromatosa, in grado di chiudere progressivamente un'arteria e causare un infarto?

Al contrario della gente comune e degli ignari pazienti, gli addetti ai lavori sanno benissimo che questa massa densa giallognola che occlude l'arteria, chiamata volgarmente "placca", non si trova "attaccata" alla parete dell'arteria, ma si trova nello spessore stesso dell'arteria.
Gli addetti ai lavori sanno anche che la "placca" non è fatta solo dal colesterolo, ma da strutture complesse, denominate "lipo-proteine", costituite, per l'appunto, da grassi e proteine.



QUALE TERAPIA ?



Per la salvaguardia del sistema cardiovascolare e la prevenzione dell'infarto, la Medicina Biologica utilizza, in sinergia tra di loro varie risorse, a cominciare da consigli nutrizionali personalizzati sulla base delle caratteristiche peculiari del paziente; inoltre, si utilizzano una serie di rimedi naturali (sostanze fitoterapiche, integratori specifici, farmaci omotossicologici, ecc.), scelti in base alle esigenze del singolo paziente, che ci aiutano a tenere sotto controllo la pressione in maniera fisiologica, a fluidificare il sangue e, infine, a drenare il connettivo delle arterie dagli ammassi lipoproteici che, intasandole, mettono a rischio la nostra salute.

Tutta la prevenzione delle malattie dell'apparato cardiovascolare viene attuata, nel nostro Centro Medico, a partire da un check-up funzionale.

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